La bella Romania, così vicina, così lontana
Stranamente non ho amici che sono andati in vacanza in Romania. Non so se non sono stata io abbastanza convincente o semplicemente se sono loro troppo scettici verso quella parte d’Europa, così vicina dal punto di vista geografico, linguistico e culturale e nello stesso tempo ancora così lontana e sconosciuta o sarebbe meglio dire forse mal-conosciuta. Un paese che si trova a meno di due ore di distanza di volo, ma che, nell’immaginario collettivo, resta lontana quanto un paese esotico, tropicale, mentalmente “irraggiungibile”, vittima spesso di giudizi affrettati che nel tempo di sono trasformati in pregiudizi.
La Romania non è tra le mete turistiche preferite in Europa, ma anche se non può vantare un grande numero di turisti stranieri (l’anno scorso, hanno scelto questa meta meno di 2 milioni), l’ente nazionale per il turismo è ottimista: nel 2014, il numero dei visitatori è cresciuto dell’11%. L’Italia è nella classifica preceduta dalla Germania e la Francia, e seguita dall’Ungheria, l’Inghilterra, il Canada e gli Stati Uniti.
La Romania è un po’ il paese dei paradossi: è una terra latina in un’isola di slavi e ugrofinnici (ungheresi), un paese prevalentemente ortodosso, dal nome che conserva tutt’ora la radice di Roma. Si trova alle “porte dell’Oriente“, in uno dei grandi crocevia storici d’Europa, ma vuole essere considerata occidentale a tutti i costi. La motivazione si trova nella storia dei suoi ultimi cinquant’anni, con un popolo martoriato dal lunghissimo regime comunista dittatoriale, che ha visto l’occidente come il sogno di libertà, vissuto in silenzio, in clandestinità e terrore.
Sebbene la sua superficie non superi i 240.000 km quadri, la Romania ha un territorio che non si fa mancare nulla: monti, mare, delta fluviali, laghi, colline, vallate e ruscelli serpeggianti, grotte, gole, cascate… Qua di solito, nei discorsi seri o semi-seri tra rumeni, scatta la rivalità storica con la vicina Ungheria che “non ha mare, montagne e nemmeno il Delta”, ma incassa cinque volte più della Romania per quanto concerne il turismo. Penso che interessi poco sapere di chi sono le colpe di queste carenza turistiche: delle infrastrutture mancanti, del personale specializzato che scarseggia (che ha preferito emigrare e lavorare in altri paesi europei) o dei governi che non hanno adottato facilità economiche e fiscali per le imprese turistiche.
Fortunatamente l’UNESCO ha fatto una valutazione delle bellezze artistiche e naturali della nazione, senza tener conto degli aspetti economici e spesso troppo pragmatici. E di bellezza, l’Unesco se ne intende(!), includendo ben 31 siti rumeni nel suo patrimonio. Ognuno di loro può essere una possibile meta dei vostri prossimi viaggi.
Cominciamo da…Dracula. Eh, si, anche se la Romania non è solo Dracula e castelli tenebrosi, potrebbe essere un avvincente punto di partenza.
La Cittadella Medievale di Sighișoara, in Transilvania, è il luogo dov’è nato il principe Vlad, ma la sua bellezza supera anche il fascino della storia sanguinosa del conte. In realtà, la casa natia, nel 1431, non è l’unico motivo per visitare la città. Il centro medievale di questa cittadina della Regione Sassone, nel cuore del paese, fa parte dei siti di interesse storico-culturale inseriti dall’UNESCO nel Patrimonio dell’Umanità, nel 1999. Arroccata su una collinetta e fortificata da mura del XIV secolo, la cittadella è un vero spettacolo, con la sua atmosfera sognante, gotica, antica e fiabesca.
Ci sono tutti gli ingredienti per un’ambientazione misteriosa: mura di cinta, case antiche con interni preservati, torre gotica medievale (la Torre dell’Orologio), portici e chiese gotiche, strade acciottolate, la lunga scala antica (del 1600), coperta da legno, che raggiunge una collina sovrastante dove c’è una chiesa e un cimitero antico.
Se cercate le tracce di Dracula in questa cittadella medievale, troverete però solo la casa dov’è nato, trasformata in un apprezzato ristorante, chiamato ovviamente la Casa Dracula, e la sua statua, dietro la Chiesa del Monastero Domenicano.
Basta percorrere meno di 30 km per incontrare un’altra meta UNESCO qui in Transilvania: la magnifica Chiesa quattrocentesca di Biertan, sede del vescovo luterano dal 1572 al 1867. Gli esperti Unesco sono stati conquistati dal suo altare in stile viennese e dalla straordinaria porta della sagrestia (dove venivano custoditi i tesori della chiesa), dotata di una serratura composta da ben 19 meccanismi. Una meraviglia dell’ingegneria premiata all’Esposizione Universale di Parigi del 1900.
Rimaniano in Transilvania, anche se posso sembrare di parte, visto che sono nata anche io lì, ma la verità è che questa regione è un concentrato di tesori. A circa 40 km da Sighișoara si incontra il villaggio di Viscri, uno dei villaggi sassoni più interessanti della Romania, che ha affascinato anche il principe Carlo d’Inghilterra. Il principe ha comprato qui una casa contadina, che ha ristrutturato mantenendo intatta l’architettura del XII secolo. La gente del posto è abituata ormai a vederlo camminare per i boschi, fermarsi a parlare o salire, insieme ai contadini, sulle carrozze trainate da cavalli. Viscri è uno dei suoi rifugi più intimi e discreti. Su una piccola collina, nascosta a prima vista da un bosco, si trova la chiesa fortificata che risale al XIII secolo. Durante l’invasione tartara era un luogo sicuro dove gli abitanti si nascondevano. Le sue mura di cinta sono le più antiche e meglio conservate della Transilvania. Viscri potrebbe entrare nel Guinness dei primati per un particolare interessante: i turisti sono 30 volte più numerosi degli abitanti. 15.000 turisti stranieri all’anno, in un paesino che ha meno di 500 abitanti.
Lasciamo la Transilvania e dopo un viaggio di poche ore, entriamo in Maramureș, una delle ultime regioni d’Europa dove la vita di campagna segue ancora i ritmi del Medioevo. In questa regione settentrionale, confinante con l’Ucraina e l’Ungheria, il tempo sembra essersi fermato a cento anni fa. I paesaggi rurali sono incontaminati ed affascinanti: c’è il contadino che lavora ancora la terra con le mani e l’aratro trainato da buoi o cavalli, il falegname che costruisce case e chiese con strumenti arcaici, il treno che va ancora a vapore, come la Mocănița , che trasporta ancora i boscaioli. I pecorai praticano ancora la transumanza. Ci sono ancora le case di legno dove la gente vive, chiese immense costruite in legno con incastri e cunei, senza usare metallo.
Sono state proprio le chiese di legno di Bârsana, Șurdești, Desești, Budești e Ieud, ad essere incluse, nel 1999, nella lista UNESCO. Le più vecchie risalgono al 1300 e le più alte al mondo si trovano a Săpânța e Bârsana.
Il motivo che portò allo sviluppo di questa tradizione delle chiese in legno fu il divieto imposto dalla corona d’Ungheria (quando la regione apparteneva al Regno d’Ungheria) di costruire edifici sacri ortodossi in pietra in quei territori. Vennero perciò usati come materiali da costruzione il legno di quercia, di abete, di olmo e di faggio. Elementi caratteristici di queste costruzioni sono le strette navate, i tetti coperti di scandole (antiche tegole in legno) e gli interni decorati con dipinti eseguiti sul legno che rappresentano per lo più scene tratte dall’Antico Testamento.
Non possiamo lasciare la regione di Maramureș senza visitare il cimitero più allegro del mondo, in realtà, l’unico. Il Cimitero Allegro di Sapânța è stato incluso nel patrimonio Unesco nel 1999. Una passeggiata tra le lapidi dipinte in colori sgargianti, tra cui domina l’azzurro intenso, con le loro immagini naif che accompagnano gli epitaffi umoristici, vi aiuterà a capire che vuol dire, letteralmente, ridere in faccia alla morte.
Il Cimitero Allegro è, senza dubbio, una delle ragioni per le quali la zona di Maramureș è stata inclusa dalla National Geographic Traveller tra le prime 20 destinazioni turistiche del mondo da visitare nel 2015. Gli specialisti della celebre pubblicazione americana definiscono il viaggio in Maramureș un „must” per vivere un’esperienza unica in Europa.
Finisce qui la prima parte del nostro viaggio virtuale tra i siti Unesco della Romania, inclusi nel patrimonio dell’umanità. Ma questo paese ha ancora tanti posti sorprendenti che aspettano di essere scoperti.