Un lago vulcanico e tante leggende
L’unico lago vulcanico della Romania si trova nella Transilvania Orientale (vicino alle Terme Tușnad), a quasi 1000 mt altitudine. Ha un nome di donna, Sfânta Ana, Sant’Anna, acqua pura quasi quanto la distillata (o,0029ml di contenuto minerale), si alimenta solo da precipitazioni e non cambia mai la profondità, che rimane costantemente intorno ai 7 metri. Secondo le ultime ricerche, il lago si sarebbe formato 42 mila anni fa, nel cratere del vulcano Ciomatu, dopo la sua ultima eruzione, su una superficie di 20 ettari.
Il vulcanismo nei Monti Carpați è più antico di quello dell’Appennino italiano, e la sua attività è oggi cessata. Le forme ben conservate di vulcani a cratere, come quello in cui si è formato il lago di Sfânta Anna, sono piuttosto rare.
I laghi vulcanici esercitano un fascino particolare, non solo per la loro travagliata genesi, ma anche per le loro forme singolari, circondate da paesaggi unici. Il lago di Sfânta Ana ha una conformazione ovoidale, come quella della tavolozza di un pittore. Lo scenario naturale circostante, con foreste verdi di pini, radure colme di fiori, boschi fitti, ricchi di vegetazione e… orsi (pacifici) a passeggio, con l’acqua del lago cangiante da smeraldo a turchese, seguendo la posizione delle nuvole… sembra veramente che sia frutto del pennello di un pittore.
D’inverno, il paesaggio è ancora più suggestivo e il lago diventa un’enorme pista da pattinaggio, per i pochi coraggiosi che si avventurano fin qui.
La storia di questo lago vulcanico unico ha dato nascita a tante leggende che raccontano di fenomeni misteriosi, delle proprietà miracolose dell’acqua, dell’energia speciale emanata dalle rocce vulcaniche, dei pagani che pregavano qui in tempi remoti o delle fate che una volta regnavano su tutta la terra e sul lago.
Sulle origini del nome Sfânta Ana ci sono varie ipotesi. Una narra di una ragazza, di nome Ana, promessa sposa di un ricco giovane scelto dai genitori, di cui però non era innamorata. La sera stessa delle nozze si gettò nelle acque del lago. Il suo corpo non fu mai ritrovato. La gente del posto diede il suo nome al lago maledetto. Un’altra leggenda parla di un tiranno che un giorno costrinse 13 ragazze del paese a trainare la sua carrozza d’oro e cominciò a frustarle quando si stancavano. Una di loro, Ana, esausta e furibonda, con la schiena sanguinante, invocò una maledizione: che la terra inghiottisse tutto intorno. Dio esaudì la sua preghiera e fece crollare la montagna. Dalle lacrime di dolore delle ragazze nacque un lago con l’acqua sempre pura.
Non sono pochi quelli che vengono qui ad immergersi nelle acque del lago, convinti della remissione dei peccati. Le donne vengono in pellegrinaggio con la speranza che l’energia del posto e la purezza del lago le doni la fertilità, chiedendo aiuto anche a Sant’Anna, protettrice delle madri e delle partorienti.
Gli abitanti del luogo fanno le previsioni del tempo in base all’odore che emanano le fessure nelle rocce.
Se le emanazioni sono pungenti, pioverà, altrimenti sarà bel tempo. Poco importa che il fenomeno abbia una spiegazione scientifica: si tratta di un residuo di attività post-vulcanica, sensibile ad ogni cambio di pressione atmosferica. Quando questa scende, i gas come il diossido di carbonio e lo zolfo salgono in superficie ed escono dalle fessure delle rocce. La gente è convinta che l’attendibilità delle previsioni (fino a 4 giorni prima) sia garantita dal mistero e non dalla scienza.
Nei pressi del lago si trova un dirupo chiamato il Cimitero degli uccelli, nel posto in cui in passato c’era una cava di zolfo. A causa dei gas sprigionati nell’aria, tutti gli uccelli che lo sorvolano trovano spesso la propria morte. Superato il Cimitero degli uccelli ci si avvicina alla Grotta Sulfurea, che in un solo giorno emana la più elevata quantità di emissioni fredde di anidride carbonica di tutta l’Europa e proprio per la sua concentrazione ha proprietà curative soprattutto per le malattie polmonari.
Non lontano, si può visitare la Riserva Naturale di Mohoș, affascinante e inquietante, con la sua grande palude, formata nell’altro cratere del vulcano Ciomatu.
La visita è possibile solo se accompagnati da una guida, perché si deve percorre un sentiero galleggiante, formato da tavole di legno posizionate sulla superficie coperta di muschio e anche un solo passo sbagliato potrebbe essere pericoloso. Nella palude crescono delle piante carnivore.
Migliaia di turisti scelgono ogni anno questo percorso sia per vivere un’avventura degna da Indiana Jones, tra paludi, grotte abbandonate e sorgenti bollenti che sgorgano inaspettatamente dal sottosuolo, sia per rilassarsi passeggiando a piedi o in bici.
Per pregare c’è la piccola Cappella Cattolica di Sant’Anna (costruita nel XII secolo in legno, poi ricostruita in pietra), diventata un vero luogo di pellegrinaggio non solo per i credenti ma anche per chiunque cerchi la pace interiore.