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Oh, quanta strada nei suoi sandali!

Nella storia del ventesimo secolo c’è una piccola pagina in cui si racconta un’impresa singolare, dimenticata e incredibile, destinata decenni dopo ad essere omologata anche nel Guinness dei primati.

Siamo nei primi anni del 1900 quando un gruppo di avventurosi e temerari studenti rumeni decisero di girare il mondo! Con indosso esclusivamente costumi tradizionali della propria terra, utilizzando solo il supporto delle proprie gambe, si incamminarono calzando sandali contadini… ben 994!

E’ una storia avvincente a cui sento di non potermi sottrarre. Qualcuno sostiene, con amarezza e dispiacere, che, se si fosse trattato di americani o tedeschi, sarebbero diventati, senza dubbio, i protagonisti di un film di successo. Ma si tratta invece di quattro studenti rumeni e anche il comitato del Guinness dei primati ha atteso oltre 60 anni per riconoscere l’unicità della loro impresa.

Vi racconterò la loro storia lasciando ad ognuno di voi la regia del film della loro avventura.

Nell’estate del 1908, l’Europa era affascinata dal fenomeno dei globetrotter, viaggiatori improvvisati, autofinanziati,  che partivano per improbabili viaggi.
Il Touring Club francese propose un concorso inedito: il giro del mondo a piedi.
I cadumitrundidati potevano scegliere liberamente il percorso, ma dovevano attraversare ben 100.000 km! Inoltre, non potevano portare con sé denaro. Il premio era costituito da un franco per ogni chilometro percorso, per un totale di circa mezzo milione di euro di oggi.
In quel periodo si trovavano a Parigi, con una borsa di studio, anche 4 studenti rumeni, dicianovenni: Dumitru Dan, Paul Pârvu, George Negreanu e Alexandru Pascu. Due di loro studiavano geografia e gli altri due erano iscritti al Conservatorio. Già amici, erano abituati a lavorare, suonando e ballando, per mantenere gli studi.
Decisero di partecipare al concorso e proposero il loro itinerario spuntandola sui 200 presentati da altrettanti sognatori. Si ispirarono alla spedizione di Magellano, del 1521, il primo giro del mondo.
Prima di loro, un italiano, Armando Louy era entrato nel Guinness dei primati percorrendo 50.000 km in 10 anni.

Il leader del gruppo, Dumitru Dan, chiese ed ottenne agli organizzatori due anni per i preparativi. Tornarono in Romania e cominciarono i duri allenamenti: 45 km al giorno di marcia, scalate in montagna sia d’estate che d’inverno, allenamento con pesi per due ore al giorno. Studiarono intensamente cartografia, meteorologia, geografia e un po’ di medicina. Parlavano già francese, tedesco, inglese e spagnolo e ognuno di loro studiò una terza lingua, asiatica o slava.
Quando tutto fu pronto, restava ancora un piccolo non trascurabile dettaglio: i soldi, come mantenersi! La decisione cadde sulla musica: avrebbero vissuto suonando, cantando e ballando brani della tradizionale rumena. Due di loro erano studenti al Conservatorio di Parigi e già suonavano vari strumenti tra cui latraseu fisarmonica, il flauto e la cornamusa.

“Se vogliamo conoscere il mondo come rumeni, anche il mondo ci deve vedere come rumeni”, disse Dumitru Dan e decisero di girare il mondo indossando costumi tradizionali rumeni, con la fascia tricolore,  e sandali da contadino.

Nell’aprile del 1910 partirono da Bucarest, insieme al loro cane Harap.

Nel primo anno toccarono ben 4 continenti e la strada verso la meta sembrava in discesa. Presto però la grande avventura mostrerà il suo lato drammatico.  Nel secondo anno di viaggio Alexandru Pascu morirà per avvelenamento da oppio in India e due anni dopo, George Negreanu scomparirà cadendo in un precipizio tra le Montagne Nanling in Cina. Nel 1915, cinque anni dopo, Paul Pirvu viene ricoverato in Florida per una cancrena alle gambe, conseguenza degli oltre 3000km percorsi in Siberia, subendo l’amputazione degli arti. Qualche mese dopo morirà anche lui. Il cane, Harap, rimarrà con lui in Florida.

Dagli scritti di Dimitru, si legge che prima di morire, Paul Pirvu gli disse: “Fratello, abbiamo camminato più di 90 000 km. Eravamo in quattro, poi tre e ora siamo a due. Ora mi sono perso anche io… Non dobbiamo lasciare che si dica che i romeni sono stati sopraffatti e hanno rinunciato! Sapevo che ci sarebbero stati ostacoli, ma non così atroci. Devi lottare da solo da ora in poi e finire questo viaggio! “
Così, rimasto solo, Dan Dumitru decise di proseguire nel suo “maledetto” giro del mondo, ma, a meno di 5.000 km dalla meta dei 100.000, fu fermato dallo scoppio della prima guerra mondiale.

Fu arrestato a Salonicco,  da un ufficiale inglese,  con l’accusa di spionaggio, dopo aver rinvenuto tra i suoi bagagli mappe e riviste di tutto il mondo.

giramondoTornato in Romania dopo la guerra, completerà con testardaggine la sua avventura nel 1923, quando il Touring Club de France ricalcolò il percorso che ancora andava fatto per concludere il tragitto.

Dumitru sapeva bene che, in seguito alla grande svalutazione del franco post-bellica, il suo premio sarebbe valso meno della metà del suo valore iniziale, circa 40.000 franchi dell’epoca. Ma, in memoria dei suoi amici che persero la vita, volle comunque portare a termine la sua impresa, concludendola a Parigi il 14 luglio del 1923.

Percorse 100.000 km a piedi, attraversando cinque continenti, tre oceani, 7 mari, visitando 76 paesi e 1500 città, passando sei volte l’Equatore.
Della sua impresa sono rimaste pochissime foto e un diario scritto durante il viaggio, mai pubblicato, custodito dall’unica figlia e con pochissimi estratti riportati su qualche rivista dell’epoca.
Centinaia di pagine che parlano dei posti in cui si fermarono, descritti attentamente, con una profonda conoscenza di culture, tradizioni e abitudini. Racconti del modo in cui furono accolti, a Cuba, ad esempio, dove incontrarono il presidente dell’epoca, Mario Menocal, o alla Casa Bianca, quando

insieme al suo compagno di viaggio, Paul Pirvu, tenne un casa biancaconcerto di musica popolare, nel dicembre del 1914. Storie avventurose vissute ovunque, in Australia, quando camminando nella foresta, finirono nelle trappole che gli aborigeni avevano messo per catturare gli animali o in India dove furono accolti da veri eroi e gli fu offerto come alloggio l’albergo più lussuoso della capitale.

A Teheran le loro esibizioni musicali ebbero un incredibile successo, contro i dettami religiosi persiani che vietavano di suonare uno strumento musicale, e la presenza dei quattro rumeni fu vista come un vero evento.  A Rio de Janeiro il Diamantina theatre hall fece per giorni il tutto esaurito per il concerto di musica e balli tradizionali rumeni.

Dumitru Dan entrò nel Guinness dei primati nel 1985, anni dopo la sua morte, il primo uomo a compiere il giro del mondo a piedi.

Morì povero nel 1979,  in Romania,  e fu seppellito del Cimitero degli Eroi, a Buzau.

Non è facile trovare la sua tomba, perché sulla croce di ferro arrugginita si fa fatica ormai a leggere il nome. Dall’erba alta spuntano un paio di sandali da contadino, gli ultimi che ha indossato nel suo viaggio di ritorno in patria.

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