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Dracula e quel morso sul collo…

Vengo dalla Transilvania, ho i capelli rossi e la carnagione bianca, il nome della mia città, Bistriz, compare nel film del 1992 di Francis Ford Coppola, Dracula, tratto dal libro di Bram Stoker, quando viene descritto il viaggio dell’avvocato Jonathan Harker in Transilvania, verso il castello dell’eccentrico conte Dracula. Potevo mai non scrivere niente su Dracula, con tutti questi presupposti? Devo dire che odio gli stereotipi e tutti i luoghi comuni nel trattare questo argomento, perciò cercherò di evitarli. Quando uscì il film vivevo in Portogallo, a Lisbona, con una borsa di studio. Sono andata a vederlo insieme ai miei colleghi dell’università. Confesso che non sapevo assolutamente niente sulla leggenda del conte Dracula e il film mi ha trovato impreparata ad affrontare tutte le domande che mi venivano fatte in seguito al film.

A scuola, in Romania, avevo studiato tutto sul principe Vlad III di Valacchia, soprannominato l’Impalatore. L’insegnante di storia era un suo ammiratore, per noi era un eroe nazionale, un principe guerriero, che nel cinquecento ha difeso il paese dall’invasione ottomana, che ha cercato di unire i principati in un unico stato moderno, con la capitale a Bucarest. Avevo imparato che era un uomo di cultura, che leggeva Aristotele, i classici, gli autori medievali, che inizialmente fu incoraggiato nella sua campagna anti-ottomana anche dal Papa Pio II, che lo vedeva come un simbolo della cristianità. Era crudele ma giusto, gli aneddoti che circolavano sulla sua sanguinaria crudeltà (oltre 100.000 tra turchi e criminali impalati) erano – cito testualmente dal mio libro di storia – “frutto di una cospirazione internazionale che serviva a compromettere la sua immagine eroica”. Il dittatore rumeno, Ceaușescu, era anche lui un grande ammiratore del principe Vlad Țepeș e non permise che l’eroe nazionale fosse identificato con il vampiro di Bram Stoker. Infatti, il romanzo Dracula fu tradotto in rumeno soltanto dopo la caduta del comunismo (nel 1989).

Vi potete immaginare quanto fui sconvolta nel vedere il film di Coppola e nel sentire domande del tipo: “Ma veramente esistono vampiri in Transilvania?”, “Ma veramente beveva il sangue?”, “Ma le foreste sono così tenebrose come nel film?”. Il principe guerriero, coraggioso e abile militare, il grande patriota, diventò ad un tratto il principe delle tenebre,  sanguinario, che insegue nei secoli la sua amata. La verità è che la storia era affascinante e l’interpretazione altrettanto. 20 anni prima della saga Twilight, il film Dracula conquistò tutti e a me cambiò la vita!

Come ho già detto, venivo dalla Transilvania, avevo i capelli rossi e la pelle bianca, la mia città compariva nel film, potete immaginare che aura di mistero possa aver gettato su di me questo film. I ragazzi mi corteggiavano per provare l’emozione di stare con una “discendente dei vampiri”, mi chiedevano di dargli dei morsi sul collo e io stavo al gioco, anche se spesso pensavo al mio insegnante di storia e mi vergognavo… Vi chiederete fino a che punto questo film ha cambiato la mia vita? Beh, tra i ragazzi dell’università che furono incuriositi dalla mia “discendenza vampiresca” c’era uno, italiano, che più di 10 anni dopo sarebbe diventato mio marito. Conquistato con un morso sul collo…

 




Ciao, ciao Romania?

Addio al test di ingresso alla Facoltà di Medicina, addio al numero chiuso, dal 2015 cambieranno le regole, l’annuncio è stato fatto dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Il modello sarà quello francese, chiamato con un termine non molto incoraggiante, ghigliottina,  con il primo anno aperto per tutti e dopo il primo o il secondo si farà una selezione basata sul merito. Immediate le reazioni dei rettori che avanzano critiche logistiche e meritocratiche al progetto del Ministro che ha già fatto sapere che non tornerà indietro. Festeggia buona parte degli studenti che avrebbe dovuto affrontare il test d’ingresso il prossimo anno.

Le matricole di quest’anno saranno le ultime ad aver superato il test d’ingresso per la facoltà di medicina, vero incubo di tutti gli aspiranti medici. Ad ogni sessione si presentano oltre 60mila studenti per circa 10mila posti disponibili su tutto il territorio nazionale.

Dal prossimo anno questo incubo potrebbe finire.  Il Ministro Giannini aveva annunciato l’abolizione del test d’ingresso a medicina prima delle elezioni europee e in occasione dell’incontro con i rettori delle università italiane ha ribadito il suo intento. Ma per questioni logistiche non è stato possibile applicare le modifiche a partire da questo anno.

“Quello su cui ci dobbiamo interrogare molto seriamente, e lo stiamo facendo a partire da questi giorni, è se il test, un quiz di sessanta domande senza alcuna considerazione del percorso scolastico, due ore per decidere non solo degli studi ma della vita di un ragazzo, sia lo strumento ideale”, ha affermato la Giannini, aggiungendo che  il modello su cui stanno lavorando e quello più vicino al modello francese.  Il Ministro ha spiegato che alla fine del primo anno o addirittura a metà, quindi dopo sei mesi, si farà una selezione severa degli studenti e soltanto i più meritevoli potranno accedere al secondo anno e proseguire con il corso di studi in medicina. Gli studenti al pensiero di avere libero accesso alla facoltà di medicina, hanno accolto positivamente le dichiarazioni del Ministro, ma i rettori si sono mostrati meno entusiasti, precisando che il modello francese è molto severo: in Francia superano la cosiddetta “ghigliottina” soltanto 2 studenti su 10.

Con le nuove regole sparisce almeno la rocambolesca corsa per accedere alle graduatorie e per l’accesso al primo anno, che essendo a numero chiuso, lasciava fuori migliaia di candidati. In più, c’è anche la vicenda dei ricorsi al TAR, oltre 2400 l’anno scorso, tra cui hanno vinto 200 e il caso sta mettendo in difficoltà tutti gli Atenei, con i rettori preoccupati per la sostenibilità dei corsi, dal punto di vista didattico. 

Il numero chiuso è stata una delle cause che, negli ultimi anni, ha spinto oltre 45.000 ragazzi ad andare all’estero per seguire i corsi di medicina. In Romania ci sono circa 3000 italiani che studiano medicina, la maggior parte è iscritta a odontoiatria. I centri universitari dove scelgono di andare a conseguire la laurea sono: Timișoara, Arad, Cluj-Napoca, Iași, Constanța e Bucarest. Negli ultimi 5 anni il numero degli studenti italiani iscritti in queste università sono più che raddoppiati. I ragazzi italiani, aspiranti medici “scappano” dall’Italia (forse adesso dobbiamo dire “scappavano”, visto che il temuto test d’ingresso è stato eliminato) principalmente a causa del numero chiuso che limita a molti l’ingresso alla Facoltà di Medicina, ma non solo. Le testimonianze degli studenti italiani che studiano in Romania parlano anche delle tasse, molto più basse in Romania, e della possibilità che hanno di fare pratica negli studi odontoiatrici dal terzo anno. E’ inoltre gradita la “flessibilità” del sistema universitario rumeno, per quanto riguarda gli studenti stranieri, che permette di dedicare un anno allo studio della lingua e poi, solo al terzo anno, se non si superano tutte le prove, si procede con la bocciatura.

Insomma, la decisione del ministro dell’Istruzione di sospendere il test d’ingresso alla Facoltà di Medicina cambierà sicuramente le cose e speriamo anche le statistiche. L’ultima, pubblicata dal Consorzio delle università italiane, indicava un crollo significativo del numero di laureati (oltre 11 % nell’ultimo anno), l’area più colpita è proprio quella sanitaria, medicina compresa. Cifre che spostano l’Italia in coda alla classifica delle nazioni europee, realizzata in base al numero di laureati, dopo Portogallo, Slovacchia, Romania e Repubblica Ceca.




Spaghetti alla puttanesca

Orice turist străin care se respectă și ajunge la Napoli sau la Roma cere la restaurant o porție de “spaghetti alla puttanesca”. Ingredientele formează un fel de sinteză a bucătăriei italiene, în special meridionale: roșii, anșoa, ulei de măsline, măsline negre, capere, ardei iute și pătrunjel. Poate că turiștii străini sunt atrași de aceste ingrediente, poate de numele original (“puttana”, în italiană înseamnă “prostituată”). În ceea ce privește numele, legenda spune că această rețetă, rapidă și gustoasă, se gătea adesea în bordeluri, pentru a atrage clienții. Regiunile în care puteți mânca “spaghetti alla puttanesca” sunt Lazio și Campania. Iată ingredientele de care aveți nevoie pentru 4 persoane:

  • 400 gr spaghetti
  • 500 gr roșii mici
  • 5 linguri de ulei de măsline
  • 8 bucăți de anșoa in saramură
  • 100 de gr de măsline negre fără sâmbure
  • o căciulie de usturoi
  • 1 lingură de capere
  • 2 linguri de pătrunjel tăiat mărunt

Roșiile, tip pomodorino, se taie ușor cu cuțitul la suprafață și se fierb 1 minut, curățați pielița și scoateți semințele, apoi le tăiați mărunt. Limpeziți caperele și anșoa pentru a atenua gustul sărat și uscați-le cu un pic de hârtie de bucătărie. Tăiați în bucățele anșoa, tăiați mărunt usturoiul și rondele ardeiul iute. Faceți același lucru cu caperele si măslinele. Într-o tigaie încălziți uleiul, adăugați usturoiul, când prinde culoare, puneți anșoa, ardeiul iute,  apoi măslinele și caperele. Lăsați-le pe foc 2 minute, amestecând mereu, apoi adăugați roșiile și o parte din pătrunjelul tăiat mărunt. Lăsați-le să fiarbă, la foc mediu, circa 15 minute. Între timp fierbeți spaghettile, strecurați-le și le vărsați în tigaie. Amestecați pasta un minut pe foc și adăugați la final pătrunjelul rămas.

Știu că vă întrebați cum făceau în bordeluri să gătească rapid “spaghetti alla puttanesca”, de vreme ce rețeta nu pare foarte simplă, cel puțin nu  pregătirea ingredientelor.  Ori erau fetele niște bucătărese excelente, ori e pur și simplu doar o legendă.




Pasărea Spin…după 30 de ani

Vă mai amintiți serialul “Pasărea Spin” care, prin anii ’80,  a avut un imens succes în întreaga lume, inclusiv în Italia? Un preot australian, Ralph, interpretat de fascinantul Richard Chamberlain, se îndrăgostește de tânăra Maggie, cu care are și un copil, trăiește devastat între iubirea pentru Maggie și cea pentru biserică, în final moare în brațele femeii pe care a iubit-o toată viața. Spiritul filmului a fost reînviat de curând de către 26 de femei care au trimis o scrisoare lui Papa Francesco în care îi cer, cu umilință și imensă suferință, să pună în discuție legea asupra celibatului și să susțină abolirea ei. Semnatarele scrisorii mărturisesc că fiecare dintre ele are o relație de iubire cu un preot, trăită cu o durere devastatoare. “Noi îi iubim și ei ne iubesc pe noi și cu toată bunăvoința noastră nu suntem capabili să renunțăm unul la celălalt. Soluțiile sunt renunțarea la preoție sau continuarea unei relații clandestine”, scriu cele 26 de “amante de preoți”, în scrisoarea adresată Papei. Mai mult, ele cer să fie primite de către acesta pentru a-i putea vorbi cu umilință despre poveștile lor de dragoste, trăite cu disperare și suferință. În opinia lor, un preot care nu a fost obligat să renunțe la vocația unei iubiri conjugale, pe care să o urmeze împreună cu cea religioasă, ar putea sluji mai bine biserica, având sprijinul unei soții și al copiilor. În finalul scrisorii, cele 26 de semnatare speră că Papa Francesco le va da binecuvântarea pentru iubirile lor secrete. Tema celibatului în cadrul Bisericii Catolice este una dintre temele tabu, iar noul Papă a exprimat o poziție destul de clară, in timpul unei discuții avute cu rabinul Abraham Skorka: “Deocamdată sunt în favoarea menținerii celibatului, cu pro și contra, pentru că sunt zece secole de experiențe pozitive și de puține erori. E vorba de disciplină și nu neapărat de credință. Ipotetic, în cazul în care catolicismul occidental ar revedeea tema celibatului, ar face-o din rațiuni culturale, ca în Orient, și nu ca opțiune universală”. Papa Francesco s-a exprimat așadar în favoarea celibatului, însă fără îndoială nu va putea ignora o realitate, accea exprimată în mod simbolic de cele 26 de femei, în numele miilor de femei care au sau ar dori să aibă o relație cu un preot. Fenomenul e real, iar mărturie stau cele câteva bloguri care au ca temă tocmai iubirile secrete ale preoților, ca de exemplu, http://blog.libero.it/leieilsacerdote/, sau existența unei asociații care se numește http://sacerdotisposati.altervista.org/.