Romania da Guinness dei primati
Quando il dittatore rumeno Nicolae Ceaușescu decise di costruire a Bucarest, la Casa del Popolo, un edificio gigantesco che rifletteva perfettamente la sua megalomania, non pensava di sicuro che sarebbe finito nel Guinness dei primati! La sua monumentale ed egocentrica opera è invece entrata nella storia come il più pesante e costoso edificio amministrativo del mondo, il secondo come grandezza, dopo il Pentagono. I numeri sono da capogiro: 84 metri di altezza, 340.000 metri quadri, 4 livelli
sotto terra, 17 piani fuori terra, 3100 stanze, un reticolo di tunnel sotterranei percorribili in auto che collegava la Casa del Popolo all’aeroporto di Bucarest (nel caso in cui ci fosse stata necessitàdi fuggire dalla furia del popolo), due bunker antiatomici, un labirinto di stanze ed enormi magazzini. Sette anni di lavoro ininterrotto, con l’ausilio di 20.000 operai e 200 architetti.
Nel Guinness dei primati è entrato anche un altro monumento, che ha una storia ben diversa dalla Casa del Popolo.
La Croce degli Eroi, collocata a 2291 metri di altezza, sulla Vetta Caraiman, nei Monti Bucegi , tra le località turistiche di Bușteni e Sinaia, è la più alta croce del mondo in cima ad monte. L’idea di costruirla fu di Re Ferdinando e della Regina Maria per ricordare i soldati caduti durante la prima guerra mondiale. La croce sarebbe apparsa in sogno alla regina, che scelse il luogo e seguì poi personalmente i lavori, tra il 1926 e 1928. Alta quasi 40 metri e con un basamento di 8 metri, la Croce degli Eroi o la Croce di Caraiman è visibile da una distanza di oltre 35 chilometri.
All’epoca della sua costruzione, il monumento era il più alto del mondo.
Nel basamento si trovava un generatore elettrico che alimentava 120 lampadine di 500 watt ciascuna. Nel periodo interbellico, la croce era illuminata il 15 agosto, giorno dell’Assunzione della Vergine Maria, e per la celebrazione dell’Ascensione di Gesù, quando si festeggia, a tutt’oggi, anche la Giornata degli Eroi.
Il regime comunista tentò di tagliare i bracci della Croce, per collocarci una stella, ma non ci riuscì. Durante la dittatura la croce era illuminata raramente e l’indifferenza delle autorità agevolò azioni di vandalismo.
Attualmente, il monumento è illuminato ogni notte da 300 lampadine di 500 watt ed è meta dei percorsi turistici stranieri e rumeni.
Non poteva mancare dal Guinness dei primati la più grande ginnasta di tutti i tempi, la rumena Nadia Comăneci.
Sono in molti quelli che si ricordano ancora che ai Giochi Olimpici di Montréal del 1976, una ragazzina di quattordici anni, (1.53 metri e 39 chili), si presentò alle parallele asimmetriche con un body bianco a strisce rosse sui fianchi e il numero settantatré. Aveva i capelli raccolti in una coda di cavallo e una frangia che si apriva su due occhi neri, grandi, che guardavano gli staggi di legno e poi per terra. In un attimo, dalla pedana spiccò il volo la perfezione, mai vista prima. I suoi movimenti erano precisi, rapidi, librandosi con leggerezza. Nadia sembrava di nuotare in un oceano d’aria, come diceva un cronista dell’epoca.
Quando concluse la sua performance, il pubblico l’accolse con una lunga ovazione. Attese col fiato sospeso il voto, e improvvisamente sul display comparve un enigmatico 1.00. Uno per dire dieci, perché il display era stato programmato per registrare votazioni solo fino a 9.99: Nadia fu la prima ginnasta di sempre ad ottenere il massimo punteggio che, in seguito, conseguirà ancora ben sei volte.
Il primo dieci della storia della ginnastica è stato spesso paragonato ai quattro rigori parati, per la prima volta da un portiere, il rumeno, Helmuth Duckadam, soprannonimato l’eroe di Siviglia.
Nel 1986, riuscì, con una prestazione memorabile, a regalare il successo in Coppa dei Campioni alla Steaua Bucarest ai danni del più quotato Barcellona. Per una cinica ironia della sorte, la partita della gloria sarà per il ventisettenne baffuto anche l’ultima. Una grave trombosi alle mani ne pregiudicò per sempre la carriera. Qualche anno dopo, Duckadam entrò nel Guinness dei primati con i suoi quattro rigori parati.
Nel Libro dei record si ritrovano anche due grandi artisti rumeni, grazie alla loro venerabile età: nel 1990, un anno prima della sua morte, la pianista Cella Delavrancea è salita sul palco per sostenere un concerto pubblico all’età di 103 anni, diventando la più anziana pianista del mondo. In un’intervista ha dichiarato che la sua longevità è dovuta al fatto che non ha conosciuto le malattie che distruggono l’anima: l’invidia, la gelosia e l’orgoglio.
All’età di 97 anni, l’attore rumeno Radu Beligan è l’attore più anziano del mondo, ancora in attività. Nato il 14 dicembre 1918, l’attore ha all’attivo oltre 70 anni di carriera, nel corso della quale ha interpretato tantissimi ruoli chiave della tradizione teatrale, oltre a vestire i panni di Leon Saint Pe nella commedia di Jean Anouilh , “L’ Egoista”, per ben 330 volte. Per la sua impressionante attività, ha ricevuto anche la Legione d’Onore francese.
Sempre grazie alla sua lunga carriera, durata dal 1968 al 2008, è entrato nel Guinness dei primati anche Laurențiu Moldovan, il più longevo pilota di formula uno.
Il giorno prima di compiere 40 anni di carriera, a 75 anni, corse per l’ultima volta: durante la gara, fu vittima di un incidente, il primo e l’ultimo della sua vita, che gli fu fatale. Il suo sogno, quello di entrare nel libro dei record come il più anziano pilota del mondo, si esaudì qualche anno dopo la sua morte.
La Romania è presente nel Guinness dei primati anche con altri record, tanto diversi tra loro.
Il poema d’amore più lungo del mondo è opera del più grande poeta rumeno di tutti i tempi.
Si tratta di Mihai Eminescu e del suo poema di 98 strofe, Luceafărul (Iperione). Sul sito ufficiale del Guinness, il poema viene descritto come un misto tra Via col Vento e Love Story, per il suo romanticismo, e Star Trek, per i suoi elementi di fantascienza.
Il paio di gemelli più caro del mondo è stato acquisito in Romania, a Bucarest, da Michael Jackson, nel novembre del 1996. L’artista pagò 39.750 dollari per i gemelli in oro e platino con diamanti e zaffiri, che indossò abbinati alla sua leggendaria divisa militare durante il tour mondiale HIStory.
Sono entrati ufficialmente nel Guinnes dei primati anche due abiti da sposa realizzati a Bucarest: il primo, con il più grande numero de cristalli, 50.000 tra perle e cristalli Svarowski. Il secondo ha lo strascico più lungo del mondo, di quasi 3 chilometri! Si tratta di un velo di ben 4700 metri di taffetà, 5,5 metri di pizzo chantilly e 1875 gancetti. Pensate che per realizzarlo, dieci sarti hanno lavorato per 100 giorni! Per fare apprezzare l’abito in tutta la sua lunghezza, una mongolfiera, ha sollevato la modella sui cieli di Bucarest. Il lungo strascico bianco batte il precedente record di 2 chilometri e 488 metri, detenuto da un disegnatore tedesco.