Nel 1922, un ingegnere rumeno, Aurel Perșu, iniziò la costruzione della prima automobile aerodinamica del mondo, a sue spese. L’invenzione fu brevettata in Germania, lo stesso anno, ma l’automobile fu terminata due anni dopo. Per la prima volta al mondo, questa automobile, di forma futurista, ispirata a quella di un uccello, aveva le ruote inserite all’interno della carrozzeria di alluminio. Dopo calcoli ed esperimenti di laboratorio, l’ingegnere rumeno giunse alla conclusione che la forma ideale di un’automobile, di un veicolo in movimento, era quella della goccia d’acqua quando cade. Riuscì a calcolare coefficienti aerodinamici validi ancora oggi con un netto anticipo sui tempi. La compagnia Ford si dimostrò interessata al brevetto ma non garantì a Perșu che il suo modello sarebbe entrato nella produzione di serie e, per questo, rinunciò alla vendita. Gli specialisti parlano di alcuni punti deboli dell’auto: il design non troppo conformistico e il confort. Vi si aggiungeva la velocità massima raggiunta, inferiore a quella delle auto dell’epoca, di circa 80 km all’ora. Rimane però la cosa più importante e che nel tempo avrebbe ripagato l’invenzione: per la prima volta si era considerata l’importanza della forma aerodinamica.
Nel 1921, un medico rumeno fecce una grande scoperta, che avrebbe cambiato la vita di milioni di persone: si tratta dell’ormone pancreatico, ossia l’insulina. Nicolae Păulescu capì per primo come curare il diabete e nel 1922 ottenne il brevetto per la scoperta della pancreina. Ma il premio Nobel andò, un anno più tardi, a due canadesi, che misero semplicemente in pratica ciò che il ricercatore rumeno aveva scritto nei suoi lavori. Dopo quarant’anni di controversie e contestazioni, il comitato Nobel ha riconosciuto, nel 1969, la precedenza di Păulescu nella scoperta del trattamento antidiabetico, ma, conformemente al suo statuto, ha escluso la possibilità di una riparazione ufficiale.
Più fortuna ha auvto uno studente rumeno a Parigi , Petrache Poenaru, che viene considerato il creatore della prima penna stilografica ricaricabile. La sua intuizione venne brevettata dal Governo francese, nel 1827, con una descrizione strana che si potrebbe tradurre come “penna portatile senza fine, ricaricabile ad inchiostro“. Il suo progetto sarebbe diventato la base per le penne stilografiche future e le penne ricaricabili in genere, anche se, all’epoca non ebbe grande diffusione e non diventò mai uno strumento si scrittura di uso comune. Probabilmente nel 1827, un oggetto del genere risultava poco funzionale e troppo sofisticato, o semplicemente, lo studente rumeno di 28 anni era troppo avanti rispetto ai suoi tempi (la penna Biro fu inventata solo 110 anni dopo e le prime penne stilografiche “moderne” di Waterman solo 60 anni dopo). Lo dimostra anche il fatto che quando nel 1830 si inaugurò la prima ferrovia al mondo, in Inghilterra, tra Liverpool e Manchester, Petrache era a bordo!
Non sono stati pochi i rumeni avanguardisti, pionieri nel loro campo.
Vi basti sapere che, ad esempio, se i nostri aerei hanno la forma che hanno è grazie all’ingegnere rumeno
Rodrig Goliescu, che ha costruito il primo aereo con la
fusoliera; o che l’utilizzo del
cemento nell’architettura moderna lo dobbiamo a un altro ingegnere rumeno,
Anghel Saligny, che progettò e costruì, nel 1895, il ponte più lungo d’Europa (all’epoca anche il terzo del mondo), il ponte di
Cernavodă, sul Danubio.
Non è un’esagerazione affermare che la
scultura moderna senza il suo patriarca, il rumeno
Constantin Brâncuși, sarebbe diversamente… ricca! L’approccio culturale alle
religioni avrebbe avuto un percorso più totruoso senza il primo
Trattato di Storia delle religioni, scritto da
Mircea Eliade, filosofo e scrittore rumeno. L’originalità del suo lavoro non si basa una semplice sistematica classificazione delle religioni in base ai popoli, ma, per la prima volta nella storia, parte dagli “oggetti” del culto e ne studia l’espressione, in modo comparativo, presso i vari popoli: ci pone di fronte al Cielo, al Sole, alla Luna, all’Acqua, alle Pietre, alla Terra, e ne delinea i culti, che nelle religioni dei diversi popoli assumono le loro particolari individualità in maniera certosina.
Agli amanti del teatro e della drammaturgia dico un solo nome: Eugen Ionescu, il fondatore del teatro dell’assurdo, uno degli autori più innovativi e profondi del Novecento e aggiungo qualche titolo: La cantatrice calva, Il rinoceronte, Il re morto. Anche Eugen Ionescu era rumeno.
Parliamo un po’ di cose (semi)serie…
Il primo attore che ha interpretato Tarzan nel cinema, nel 1932, Johnny Weissmuller, è nato in Romania, vicino Timisoara.
Il primo portiere di calcio che ha parato quattro rigori consecutivi era rumeno, Helmuth Duckadam. Nel 1986, la sua squadra, Steaua București vinse la Champions League contro il Barcellona, grazie ai quattro rigori parati da Duckadam. Dopo la sua impresa senza precedenti è stato nominato dalla stampa del mondo “Il Superman della Romania”.
Un’altra impresa senza precedenti riuscì, a solo 14 anni, una delle più grandi ginnaste del mondo, la rumena
Nadia Comaneci, la prima ginnasta ad aver ottenuto il punteggio massimo in una competizione olimpica. Nel 1976, alle Olimpiadi di Montreal, dopo il suo esercizio impeccabile alle parallele asimmetriche, l’attesa del punteggio fu più lunga del solito, lo ricordo con emozione, e alla fine, sul tabellone elettronico apparve il numero 1.00, che voleva essere invece un 10, ma i computer non erano ancora preparati alla perfezione. E’ solo grazie a Nadia se il comitato Olimpico fu obbligato ad aggiungere una cifra al tabellone elettronico!
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